Attenzione ai fraintendimenti: "suonare con tutto il corpo" non significa produrre suoni con ogni parte del corpo, significa coinvolgere l'interezza del corpo in ogni azione (anche nell'azione più piccola e parziale).
Col Sistema HN® posso scrivere un pezzo per pianoforte o per violoncello o per voce, in cui si utilizzino esclusivamente le dita o l'archetto o le corde vocali. Ma ciascuna azione verrà eseguita a partire dal più profondo e unitario coinvolgimento corporeo. Emerge, sì, la corporalità, ma non necessariamente un mosaico di azioni fisiche diverse. Non si tratta di un montaggio additivo ma del precipitato della totalità.
Col Sistema HN ho scritto pezzi che utilizzano una sola parte del corpo impegnata in una sola o in pochissime azioni, ma in ogni pezzo richiedo (e cerco di provocare) un coinvolgimento corporeo totale. Così come ho scritto pezzi che utilizzano, sì, numerose parti del corpo impegnate in numerose azioni, pezzi nei quali però (ed è ciò che a mio parere li distingue rispetto ad altri lavori di tradizione "gestuale") le diverse parti del corpo e le diverse azioni sono unite in un flusso esperienziale programmaticamente unitario: ogni singola azione di ogni singola parte del corpo è infatti stata selezionata e messa a punto in modo da promuovere, provocare, stimolare, stuzzicare tale unità; alla selezione e messa a punto delle azioni si aggiungono poi specifiche pratiche di allenamento, oltre a modalità e tecniche esecutive "interne" (azioni invisibili dall'esterno e azioni mentali e di focalizzazione percettiva, spesso codificate in partitura), anch'esse finalizzate alla massima accensione dell'unitarietà. Accensione che è interna all'esperienzialità dell'interprete, ma che poi viene a sua volta "rovesciata in fuori", secondo ulteriori tecniche e allenamenti volti a ottenerne la massima estroversione performativa. Non basta cioè che l'interprete viva questa accensione propriocettiva, occorre che scateni la vitalità delle forme sonore che pone in essere. Si tratta di far risplendere le forze sotterranee dell'azione fisica: punto di intersezione tra il corpo umano (che è vivo quindi è imbevuto di mente) e le forze proprie del suono.
Concludo con alcune parole sulla Lamiera HN™, strumento che costruisco a partire da un foglio d'acciaio, elaborando quindi il concetto della lastra del tuono "tradizionalmente" usata come generatore di suoni, più che come strumento musicale: e la differenza c'è. Nella tecnica esecutiva HN, la lamiera viene suonata attraverso le convulsioni, i contorcimenti, le distensioni, gli scuotimenti, l'abbandono, l'immobilità del corpo intero. Certo, sono le diverse modalità di contatto corpo-lamiera e i diversi modi di afferrare e manipolare (o forse dovrei dire "corpipolare"...) lo strumento, a produrre i diversi risultati sonori, ma il flusso di azioni non tende tanto a frammentarsi in singole e distinte emissioni sonore (pur udibili nella loro individualità), quanto a comporsi in un unico processo espressivo dell'intera psicofisicità.
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