La scelta della lamiera d'acciaio come strumento musicale è il frutto di una naturale evoluzione del Sistema HN®, il mio sistema "corpocentrico" di invenzione e controllo del suono.
Le partiture composte utilizzando il Sistema HN indicano dettagliatamente quale processo fisico attuare per dar vita al suono. Oltre alla specifica azione corporea da compiere, viene scritto – secondo una particolare sintassi grafica – quali muscoli attivare (muscoli implicati in maniera diretta o indiretta nella produzione del suono), il grado di contrazione o rilassamento dei muscoli coinvolti, in che punto del corpo concentrare l'attenzione propriocettiva, che pressione esercitare sullo strumento, quale resistenza opporre al flusso della propria respirazione, in quale direzione proiettare il peso del corpo..., e altri parametri (centrati su aspetti dell'azione ora più concreti, ora più esperienziali), talvolta fissati sulla carta, talvolta stabiliti verbalmente, laddove un eccesso di indicazioni irrigidirebbe la flessibilità sensuale dell'interprete.
Ovviamente una simile capillare sensibilizzazione dell'atto esecutivo non costituisce una novità: le discipline e le arti performative di ogni epoca e cultura vivono di queste forme di attenzione psico-motoria.
Ciò che preme a me, è fare di queste dinamiche il centro generatore delle stesse idee compositive. L'invenzione non consiste più nel creare e comporre immagini sonore allo stato "puro", ma nell'organizzare un flusso motorio e mentale, proiettato dall'interprete verso l'ascoltatore attraverso il suono(*).
Addentrandomi nel mistero impalpabile dell'esperienzialità dell'azione (quella esecutiva dell'interprete e quella fruitiva dell'ascoltatore) ho sentito il bisogno di elaborare un corrispettivo grafico delle immagini esperienziali che andavo definendo. Immagini esperienziali, non soltanto sonore. Una notazione basata esclusivamente sull'aspetto udibile del fatto sonoro mi avrebbe costretto a concentrarmi troppo su quest'ultimo, proprio nella fase dell'organizzazione architettonica e temporale delle idee, fase in cui si gioca una partita decisiva, nell'impresa di comporre il senso della propria creazione.
Da queste esigenze pratiche (fissare) e creative (articolare) nasce, a partire dal 1991, il Sistema HN, sistema di tecniche esecutive, notazione e tecniche compositive che ha dato origine a numerosi lavori per diversi strumenti e per la voce, strumento corporeo per definizione.
Nel 1997 comincio ad applicare il Sistema HN alle lamiere d'acciaio e, nel 1998, metto a punto la Lamiera HN® vera e propria.
Nella musica di ricerca del '900 colta ed extracolta capita di incontrare lamiere di diversi metalli e dimensioni, le cosiddette "lastre del tuono", usate come strumenti a percussione. Le tecniche esecutive a loro dedicate sono solitamente piuttosto semplici. La funzione della lamiera, in quei casi, consiste per lo più nell'arricchimento – pur, talvolta, fondamentale – della tavolozza coloristica del complesso strumentale.
Il vocabolario performativo da me elaborato e le caratteristiche costruttive dello strumento mirano invece all'obiettivo di rendere la lamiera d'acciaio uno strumento musicale compiuto, autonomo, cioè virtualmente o effettivamente solista.
La Lamiera HN viene sollecitata tramite tutto il corpo, flessa in diversi punti e con diverse tecniche (della mano, del polso, dell'avambraccio...), contorta sfruttando articolatamente le tensioni e le resistenze del materiale, abbracciata, sordinata e liberata, percossa con ginocchia, testa, spalle, gomiti, nocche, scossa in modo da imprimerle onde differenziate di movimento, etc...
L'attenzione dell'ascoltatore viene tesa tra la percezione dei puri fatti sonori e l'immedesimazione nel processo fisico necessario all'interprete per attuarli e controllarli.
Lo strumento è un diaframma sensibilissimo, capace di tradurre le azioni fisiche più disparate in fenomeni acustici trasparenti, capaci, cioè, di lasciar intra-"vedere" l'azione che li ha generati. Le sfumature sottili dell'atto corporeo lasciano la propria leggibile impronta nel suono: l'emozionalità immanente a quell'atto può così contagiare l'ascoltatore, con la stessa immediatezza con cui una sfumatura di tensione nella nostra voce può trasmettere ansia al nostro interlocutore, nonostante gli sforzi con cui tentiamo di evitarlo.
Note
(*) La percezione dei minimi dettagli acustici, la localizzazione della fonte sonora nello spazio fisico, l'immedesimazione nella concentrazione e nella fatica o nella quiete dell'interprete (il processo di contagio esperienziale), l'accadere realmente qui e ora dei fatti sonori e performativi, svolgono funzioni essenziali in questo processo. Per questo è così difficile effettuare registrazioni soddisfacenti della mia musica (anche se, d'altra parte, ho constatato come l'immaginazione attiva dell'ascoltatore riesca spesso a scavalcare spontaneamente l'appiattimento irrealistico della riproduzione meccanica).
L'oggettivo fenomeno acustico generato dalla Lamiera HN, inoltre, risulta particolarmente difficile da riprodurre in una registrazione, a causa della sua enorme escursione dinamica, dell'estrema ampiezza del suo spettro di frequenze, delle sue modalità radiali e irregolari di proiezione nello spazio circostante.
Copyright © 2001 Dario Buccino
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